giovedì 1 ottobre 2009

Dopo Santoro tra Pulitzer e puttane.

Per una persona come me rimanere abbindolata non è facile, non lo è affatto e credo di riuscire a mantenere qualunque capacità critica nonostante indottrinamenti esterni, credo che per me sia così, o meglio credevo. Ora io che ho scritto appena due giorni fa a proposito della scioccheria del dire che manca la libertà d'informazione in Italia, e che si può dire solo che esista uno sbilanciamento di carattere televisivo, mi ritrovo a dire che in Italia v'è un asservimento molto violento in parte derivato da un servilismo giornalistico ereditato dalla prima repubblica, in parte dal perbenismo borghese targato DC e in grandissima parte dal Presidennte del Consiglio italiano Silvio Berlusconi.
Un plauso al faziosissimo Santoro che rimane a dimostrare che c'è il diritto di essere faziosi e di esserlo nella Tv pubblica, che di faziosi in tv pubblica vi sono in tutte le tv europee. Non lo condivido ma darò la vita perchè possa liberamente dire quello che pensa e biasimo a Scajola .
Se i ofossi stato giornalista avrei fatto stasera quel tipo di puntata? condurrei quel tipo di trasmissione? no. Santoro ha il diritto di farlo? si, come accade in tutto il continente e oltre oceano. Un ringraziamento anche al Pulitzer Bernstein che stasera mi ha aiutato a comprendere ancor meglio. In Italia non v'è mancanza di libertà d'informazione sulla stampa cartacea ma in tv vi è un gravissimo restringimento delle libertà e le critiche che si fanno alle trasmissioni della riserva indiana Rai3 e all'eccezione Santoro forse trovano casa nel nostro marcio paese ma non in quel continente, a quella terra che prima di ogni altra sento patria l'Europa.

Popolo qui e popolo là, il cittadino dove sta?

" Il popolo è con me", " il popolo italiano sa", "il popolo sapra giudicare", " il popolo italiano non si lascerà ingannare"; sentiamo costantemente dal coro politico, persino nel Fini neo-lib(residuato Msi?) usare il termine popolo. Termine che trovo, al di fuori di romanticismi sconfitti dalla storia stessa, dovremmo temere e tenere alla larga. Il popolo come mente collettiva indistinta violenta o bonaria, euforica e vociante, capace dei drammi del terrore e inconsapevole delle sue azioni, appartiene a un mondo arcaico e se non scomparso in via d'estinzione. Voglio contrapporre al Popolo da feudo e Ancien Regime, da rivoluzione russa e da campagna siciliana fin de siecle, il cittadino consapevole del suo essere innanzitutto Individuo con idee e libertà e valori personali e non massificabili, che si pone, singolo tra singoli, al fine di creare un regolamento comune agli altri per meglio poter godere delle sue libertà. Cittadino che crede nella ciutas come comunità di Leggi e non di Valori, come comunità che è un accordo tra voci e non un unica voce solista, come luogo d'inclusione e non d'esclusione. Tuttavia perdiamo sempre più il termine cittadino, che primo fu dei greci che lo contrapponevano al suddito (così antica la contrapposizione popolo cittadinanza) , per un vile imbarbarimento demagogico della politica che nel nostro paese si getta verso un arcaica visione del mondo che ci rende i talebani d'Europa.